#1news2cents: un modello interessante per l'ePublishing [Approfondimento]


Raramente acquisto libri online, quando lo faccio utilizzo Ultima Books, un portale comodo, intuitivo e soprattutto senza DRM, ma a prescindere da questo, quando si tratta di un concittadino che si cimenta nella stesura di un libro di ricerca su un tema spinoso come la crisi dell'editoria, scatta automaticamente l'obbligo morale di confrontarmi con esso. 

Premesso di essere un fervente sostenitore della cultura del nonprofit, prevalentemente attento alla free culture non solo web-based, ciò non toglie che riconosca i difetti di tale concetto, ma non potendo permettermi come del resto molti altri di fare acquisti con costanza ricorro alla gratuità della rete per colmare lacune e formarmi culturalmente senza cadere nel triste ladrocinio dell'insolvenza sovrana, avendo piena coscienza di non poter usufruire di beni durevoli a lungo termine. Sono sempre stato dalla parte degli ultimi osservando da vicino la realtà di chi ad esempio non ha mai posseduto una carta di credito o un pc e quindi impossibilitati all'accesso a un servizio, perché in questo sistema gli istituti non avvallano a chi non possiede nulla, con la complicità di chi adotta incondizionatamente strumenti che escludono dalla sfera e-commerce i più deboli, che fanno fatica a trovare un modo di spendere anche pochi centesimi online per una news riconosciuta di ampio valore. Se poi volessimo andare a fondo nella questione creditizia allora dovremmo chiederci come mai invece la finanza islamica sia così generosa verso i suoi "clienti"!? Ma non voglio andare sin da subito off-topic.

#1news2cents La Qualità Costa! Un Modello Sociale per L'editoria (Online), una lettura che ho trovato davvero interessante e che vi consiglio, perché in esso vi ho riscontrato finalmente un buon punto di partenza su cui basare una seria riflessione. Non da meno importante è stato trovare in questa ricerca una notevole serietà, svolta con approccio scientifico e metodologico. Di seguito tenterò di soffermarmi prevalentemente sul meccanismo che questo nuovo modello propone e quali siano i cortocircuiti a cui esso andrebbe incontro.

Anche se calcolato matematicamente, il modello #1news2cents seppur apparentemente impeccabile, a mio avviso potrebbe presentare delle lacune quando esso verrebbe applicato in internet. Il modello fotovoltaico più volte sostenuto nella tesi di Marco Dal Pozzo non avrà vita facile, per via della dittatura economica del pagerank, che influenza un posizionamento irregolare dei contenuti da parte di Google, principale responsabile della cultura dell'informazione libera e gratuita, su cui è arduo intervenire per limitare l'estendersi del free-riding, problematica cardine della fruizione digitale.  Una soluzione che mi verrebbe in mente potrebbe essere una carta ricaricabile come quelle di iTunes o Spotify, ma basandoci proprio su questi esempi e del loro insuccesso in senso ampio, comprendiamo che intromettere un paywall nelle notizie non educa gli utenti verso una fruizione che favorisca un approccio etico professionale. Ed è questo che discredita larga parte della popolazione lasciata nell'ignoranza, continuamente alimentata da uno stato di necessità. Un problema politico scaturito da un dialogo a senso unico soltanto con le forze finanziarie dell'eurozona, lasciando il welfare marcire e con esso il principio di equità che in teoria dovrebbe occuparsi di soggetti nullatenenti, ma che in definitiva a mio modesto parere un modello del genere non riuscirebbe a ridare potere al giornalismo zelante, nemmeno con una "carta acquisti" preposta dal governo, dal momento che le famiglie disagiate la userebbero per acquisti di prima necessità… 

 Un nuovo modello per l'editoria non è applicabile con l'attuale sistema economico statale non assistenziale @Johnamoroso_YO #1news2cents

Al di là del clima da terzo mondo, c'è veramente bisogno di un modello nuovo di zecca? Una nazione il cui governo stenta a far partire l'agenda digitale? Che ha una politica fiscale disastrosa e un debito pubblico inestinguibile? Come possiamo auspicarci di trovare una soluzione per salvaguardare il lavoro di chi produce online professionalmente contenuti di qualità in un momento così delicato? Eppure #1news2cents è una formula che potrebbe ridare vigore non solo alla carta stampata. Qui apro una piccola parentesi: se ne dovrebbe discutere con il sottosegretario all'editoria Legnini (che è anche un cliente occasionale dell'edicola dei miei genitori a Guardiagrele), di sicuro intavolare un discorso su un tema simile potrebbe aiutarci a trovare un canale di dialogo istituzionale per un azione politica che agisca in fretta su queste spinose problematiche e che si imponga come soluzione sperimentale da adottare in fretta non solo per l'editoria in sé ma per tutti i soggetti che vi ruotano attorno come gli edicolanti, come ben descritto nel paragrafo: E il futuro delle edicole? in cui dalle sorti della produttività online dipende anche la sopravvivenza della vendita cartacea. Nelle linee guida per l'azione di governo nell'audizione del sottosegretario: troviamo che i fondi per l'editoria sono scarsi rispetto alle altre nazioni europee. Ed aggiungerei che il finanziamento diretto avviene soltanto per poche testate, faccio solo un nome quello del Mucchio Selvaggio, sotto la lente d'ingrandimento per la bufera che si sta abbattendo su di essa, in cui quasi tutti i suoi collaboratori migliori sono da mesi sul piede di guerra per via dell'essere stati sfruttati, sottopagati e strumentalizzati sotto taciute menzogne al fine di alimentare polemiche contro il suo ex direttore, da anni in guerra con l'attuale organo direttivo, accusandoli di una cattiva gestione della testata. Un caso grave, che sta portando a una diaspora delle sue più importanti firme che nel web hanno dato il via al senso di rivalsa, riversando gratuitamente interi archivi di contenuti scritti in passato per la rivista. Siamo in un punto di non ritorno in cui #1news2cents è di sicuro una ricerca che va a colmare un vuoto d'indagine fondamentale per le sorti dell'informazione in Italia, ma che arriva in un momento di totale infertilità.

Lungi da me cogliere quest'occasione per poter sferrare una critica o trovare un pretesto per opporsi alle azioni di governo, e in questo non voglio neanche cadere nel tranello di chi sosterrebbe o vorrebbe un nuovo sistema con politiche neoliberiste, ma credo che affidarsi allo Stato in questo momento sia nocivo, in quanto in esso si nascondono i principali pericoli in cui potrebbe generarsi il cortocircuito dell'auto-sostentamento statale; esso infatti potrà sempre legiferare contro gli interessi comunitari e stravolgere gli assetti dell'editoria, come ha fatto in quest'ultimo ventennio favorendo il conflitto d'interessi berlusconiano. Per questo la mia critica all'e-book di Marco Dal Pozzo si incentra essenzialmente dal punto di vista tecnico, dove credo abbia un gap nell'esplicare quali potrebbero essere le infrastrutture su cui basare tale modello. Credo sia stata una scelta voluta quella di escludere da questa ricerca sistemi quali: Flattr, Bitcoin e Reddit, ma ci si augura che in futuro vengano presi in considerazione dall'autore, magari in un secondo volume, come strumenti comparativi al modello proposto. Partendo dal paragrafo: Definizione di Informazione di Qualità, dove si parla di "meccanismo di rating", Reddit sarebbe l'esempio migliore da poter utilizzare per determinare scalate algoritmiche, in Italia abbiamo altri esempi: Okay Notizie e Diggita. In un certo senso è altrettanto importante parlare di LiquidFeedback (che sto testando all'interno del Partito Pirata italiano) e che a mio avviso rappresenta la migliore piattaforma di democrazia diretta, applicabile sia in politica ma anche per l'informazione online. Questi esempi sono importanti per concedere un punteggio differente alle varie categorie e in cui è la comunità stessa a decretare la validità di un argomento, in cui la stessa rete collaborativa potrebbe auto regolarsi come avviene all'interno di Wikipedia, dove in linea di principio ognuno è libero di generare e modificare i contenuti, sotto il controllo di un sistema gerarchizzato che nel caso di Wikimedia Foundation si ha il sospetto che agisca sotto mentite spoglie, con dubbie finalità di gestione, controllo e revisione di contenuti liberi, spesso anche per ritorni economici, in un sistema tenuto in vita grazie alle donazioni spontanee degli utenti che ogni giorno usufruiscono di questa importante risorsa e la ripagano spontaneamente.  

Per il concetto di qualità - di cui sono personalmente attratto filosoficamente, in particolare dalla lettura de Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta - credo francamente che il web non sia in grado di fungere da garante per validare una notizia, a meno che non si faccia uso di sistemi di fact checking. Il web può garantire notizie di qualità soltanto se saranno gli utenti ad essere garanti, per cui in questo caso possiamo parlare ampiamente del concetto di qualità (con contigue incertezze), dal momento che gli articoli necessitano di diversi metri di giudizio, che non conti soltanto del condizionamento di un autorità garante che imponga un approccio soggettivo, che potrebbe essere sempre corrotta e che potrebbero giovare privatamente da tale sistema, che ridiventerebbe piramidale.

Ma il punto su cui mi preme soffermarmi maggiormente è sul binomio Bitcoin / Flattr. Flattr è un sistema sociale di micropagamenti. Bitcoin è una moneta. Flattr è il servizio, Bitcoin è la valuta. Flattr è un metodo di pagamento per importi piccoli (social media), ma potrebbe potenzialmente utilizzare qualsiasi divisa (compresa Bitcoin). Così avremmo un modello: #1news__BTC (ho lasciato due spazi di underscore "__" in cui riconvertire il costo di una news in valuta cryptocurrency). Basare quindi un modello per l'editoria su Bitcoin (in grado di supportare completamente nuovi modelli di business mobile e-commerce onlineanziché sui i sistemi di pagamento tradizionali è di vitale importanza per una vera innovazione in un nuovo paradigma sociale. In questo, il peer-to-peer è una risorsa fondamentale per i presupposti di cui sopra, che salvaguarderebbero l'autonomia democratica e il quieto vivere del popolo.

 Per un cambiamento paradigmatico il modello deve avere un sistema decentralizzato da gestioni private o statali @Johnamoroso_YO #1news2cents


QUESTO MODELLO POTREBBE ESSERE APPLICATO ANCHE NEL SETTORE MUSICALE? Sì! Lo approfondirò presto come promesso su Twitter:

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